È possibile che un uomo comune possa evitare una guerra nucleare? Sembrerebbe di sì a scoprire la storia di Greville Wynne, un semplice consulente di vendita industriale che a inizio anni ‘60 si ritrova a essere una spia inglese nella Russia comunista. L’ombra delle spie è la vera storia di due uomini, un inglese e un russo, che grazie alla loro amicizia hanno probabilmente evitato la terza guerra mondiale. Benedict Cumberbatch e Merab Ninidze sono i due ottimi protagonisti di questa cronaca di spionaggio.
La Trama
Greville Wynne era un comune uomo della classe borghese inglese a cavallo tra i ‘50 e i ‘60. Il suo era un ordinario lavoro da commesso viaggiatore, in quanto rappresentante di alcune importanti aziende elettriche e siderurgiche britanniche. In un giorno qualsiasi del novembre 1960 si ritrovò, come spesso gli accadeva, a pranzare con l’amico Dickie Franks e una signora di sua conoscenza. Ma fu allora che Greville scoprì che l’amico in realtà era un ufficiale dell’MI6 e la sua amica un agente della CIA ed erano lì perché avevano bisogno della sua collaborazione.
Gli proposero di recarsi a Mosca e mettere su una rete di scambi commerciali con il comitato statale sovietico per le nuove infrastrutture. Apparentemente, non avrebbe dovuto far altro che svolgere il proprio lavoro. Durante quegli incontri, avrebbe dovuto prendere contatto con il tenente colonnello dell’intelligence sovietica, Oleg Penkovsky (nome in codice Ironbark), che aveva importanti messaggi segreti da trasmettere in Occidente e lui sarebbe stato l’intermediario tra l’Inghilterra e la fonte sovietica.
Dopo le iniziali titubanze, Wynne decise di accettare l’incarico e iniziò a traghettare da Mosca a Londra i messaggi topo-secret di Penkovsky. Tuttavia, al di là dell’attività spionistica, tra i due uomini nacque una sincera amicizia che cambiò il destino di entrambi. Conobbero le rispettive famiglie e scoprirono che tra un russo e un inglese non c’erano tutte quelle differenze che l’ideologia comunista sosteneva con forza.
Attenzione, da questo punto in avanti ci sono importanti rivelazioni sulla trama
Penkovsky non era un banale traditore, credeva nel suo paese ma non credeva in Nikita Krushev e temeva che la sua follia avrebbe scatenato una nuova guerra, questa volta nucleare. Le sue preziose informazioni posero fine alla crisi dei missili di Cuba, quando nel 1962 esplose un confronto tra USA e URSS in merito al dispiegamento di missili balistici sovietici a Cuba, in risposta a quelli statunitensi posizionati in Turchia, Italia e Gran Bretagna.
Rientrato in patria definitivamente, Wynne scelse di propria iniziativa di andare un’ultima volta in Russia, solo per aiutare l’amico Penkovsky a fuggire in Occidente con la sua famiglia. Purtroppo, il piano di estrazione venne scoperto dai servizi segreti sovietici e i due furono arrestati. Pagarono molto duramente il servizio reso al mondo: Wynne con diversi anni di dura detenzione nelle terribili carceri sovietiche, prima di essere scambiato con una spia sovietica detenuta in Occidente, ma Penkovsky pagò il suo tradimento con la vita.
“Forse sono poche solo due persone, ma è così che le cose cambiano” Oleg Penkovsky
La Recensione
L’ombra delle spie ha esordito al Sundance Film Festival del 2020, raccogliendo vasti consensi, tuttavia a causa del Covid 19 ha avuto una distribuzione molto travagliata, come tutti i film degli ultimi due anni circa. Ora è possibile vederlo su SKY, anche se io sostengo che la prima visione di un film al cinema esercita una seduzione assolutamente unica.
Il film racconta una storia realmente accaduta all’epoca della mitica e terribile Guerra Fredda. Un ordinario commesso viaggiatore diventa il fulcro intorno al quale ruota il destino del mondo. Sembra una storia inventata per il cinema, invece è reale. Greville Wynne diede vita a una delle operazioni spionistiche più importanti della Guerra Fredda. Una storia che solo oggi è possibile conoscere fino in fondo. Tom O’Connor, lo sceneggiatore del film, si imbatte nella storia di Penkovsky nel 2016, epoca in cui si stava interessando alla storia dello spionaggio tra Russia e America per motivi professionali. La vicenda lo intriga molto e, soprattutto, viene colpito dall’amicizia sincera nata tra le due spie e sulla comune coscienza che bisognava fare

Il vero Greville Wynne
qualcosa per dare un mondo migliore ai propri figli. Quindi, la sceneggiatura viaggia su più binari, tutti egualmente importanti: la spy-story, l’amicizia, la famiglia e due culture a confronto, apparentemente diverse, ma che alla fine cercano la stessa cosa, la pace.
I momenti topici del film sono proprio quelli che coinvolgono le rispettive famiglie. Il primo è quando Penkovsky spiega al figlio di Wynne, una sera in cui era a cena a casa del britannico, che i russi non odiano gli occidentali, sono i politici russi che li odiano, e che lui era lì da loro a cena e non avvertiva alcun sentimento di odio nell’aria. Il secondo episodio significativo è quando Penkovsky fa conoscere la sua famiglia a Wynne, a cui la moglie spiega, quasi mortificata, di non poterlo invitare a cena, perché da loro non c’era l’usanza di portare estranei a casa. È in quei frangenti di vita intima che i due si aprono totalmente e che il film mette in scena la componente umana che travalica la classica suspense spionistica.
Il film ha due protagonisti d’eccezione, Benedict Cumberbatch e Merab Ninidze, che danno spessore a una pellicola priva si sequenze spettacolari, ma ricca colpi di scena psicologici. Molto interessante anche la vicenda familiare di Wynne, che affronta una crisi coniugale pur di mantenere con la moglie il segreto sulla natura dei suoi numerosi viaggi in Russia. Quando decide di recarsi a Mosca per l’ultima volta, sconsigliato dall’amico dell’MI6, solo per aiutare Penkovky a fuggire con la sua famiglia in Occidente, è costretto a incassare l’abbandono della moglie, certa che lui avesse lì un’altra donna. Di lì a poco, lei conoscerà la verità, ma passeranno anni prima che lui possa tornare a casa.
Conclusione

Il vero Oleg Penkovsky
Le recensioni della critica sono state positive, ma non esaltanti. In effetti, il film non è esaltante ma riflessivo, lascia infatti la voglia di saperne di più sulla vicenda. Uno spy-movie molto realistico, anche nelle scene più dure. Niente a che vedere con Bond o Mission Impossible, ricorda invece i cari vecchi film di spionaggio, tipo Ipcress, Charade, Il Terzo Uomo o il più recente Il Ponte delle Spie. Qui, però, la crudezza del racconto è nella consapevolezza che si tratta di una storia vera, realmente vissuta sulla pelle di due uomini comuni.
Purtroppo, i due eroi del film, quelli che con la loro tenacia hanno salvano il mondo dal terzo conflitto mondiale, non hanno un happy ending alla 007, per loro non ci sono splendide girls pronte a tirarli su di morale, ma sono attesi da un epilogo molto triste: Wynne viene incarcerato nella Lubjanka, dove trascorre anni terribili, mentre Penkovsky viene addirittura giustiziato.
In conclusione, consiglio questo film agli amanti delle spy-stories, della storia contemporanea, della Guerra Fredda, ma anche a chi vuole che il cinema restituisca la verità e la voglia di sapere.
Autore

Silvio Coppola
Silvio Coppola è nato a Salerno. Musicista, scrittore, giornalista e conduttore radiofonico. È stato redattore per riviste specializzate di computer music, ha suonato nei migliori locali e piano bar della Campania, ha collaborato con il grande drummer napoletano Tullio De Piscopo, con cui ha composto due canzoni.
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