Recentemente, la Mondadori ha ristampato l’intero ciclo della Fondazione, sia in volume unico che nei sette singoli romanzi che compongono la saga, probabilmente anche in vista della serie televisiva che uscirà in autunno su Apple TV. Per diversi anni, questi libri erano diventati introvabili, se non nelle vendite di seconda mano, come se fossero entrati nel dimenticatoio, eppure stiamo parlando di un caposaldo della fantascienza. La nuova edizione in libreria colma quel vuoto rumoroso e apre l’opera a un nuovo pubblico di lettori.

Il ciclo della Fondazione nasce come una serie di racconti scritti tra il 1942 e il 1949 e pubblicati sulla rivista Astounding Science Fiction. I racconti vennero poi raccolti in tre volumi: Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione (che in Italia uscirono con altri titoli: Cronache della galassia, Il crollo della galassia centrale e L’altra faccia della spirale, perché da noi c’era la strana abitudine di stravolgere i titoli di libri e film) e raccontano della caduta dell’Impero galattico e degli anni d’interregno e d’inciviltà susseguenti.

Per questi racconti, Asimov s’era ispirato alla Storia del declino e della caduta dell’Impero romano di Edward Gibbon e aveva immaginato che in un futuro remoto fosse possibile prevedere i comportamenti delle masse mediante una scienza che lui chiama psicostoria, frutto dello studio combinato di statistica e psicosociologia. Con questa scienza sarebbe possibile determinare le scelte migliori che l’umanità galattica dovrebbe adottare per limitare il periodo di barbarie che segue alla caduta di un impero. Si è quindi dichiaratamente ispirato alla caduta dell’impero romano e al periodo buio che ne è seguito e durato circa mille anni.

La saga si compone di sette volumi, che Asimov non scrisse seguendo l’ordine cronologico dei fatti narrati, ma dopo la trilogia della Fondazione ci furono due sequel e infine due prequel, come di seguito indicato:

  1. Preludio alla Fondazione (Prelude to Foundation – 1988)

  2. Fondazione anno zero (Forward the Foundation – 1993)

  3. Fondazione o Cronache della galassia o Prima fondazione (Foundation – 1951)

  4. Fondazione e Impero o Il crollo della galassia centrale (Foundation and Empire – 1952)

  5. Seconda Fondazione o L’altra faccia della spirale (Second Foundation – 1953)

  6. L’orlo della Fondazione (Foundation’s Edge – 1982)

  7. Fondazione e Terra (Foundation and Earth – 1986)

La Trama

Condensare la trama dell’intero ciclo è impresa ardua e quasi impossibile, in quanto ci troviamo di fronte a una mole immane di informazioni, personaggi ed epoche storiche diverse. Ho cercato solo di sintetizzare i singoli volumi in pochi concetti, ma chi preferisce una lettura intonsa può saltare questa parte dell’articolo.

Preludio alla Fondazione

Questo è cronologicamente il primo libro del Ciclo, anche se è il sesto scritto da Asimov. Siamo nell’anno 12020 dell’Era galattica, Hari Seldon, uno sconosciuto matematico originario di Helicon, va su Trantor, il pianeta capitale dell’Impero Galattico, per presentare una nuova scienza, la psicostoria, in grado di prevedere il futuro attraverso studi socio-statistici. L’idea attrae l’interesse dell’imperatore e di potenti personaggi, ma questo lo metterà presto in grave pericolo. Inizia quindi un’avventurosa fuga attraverso le cupole di Trantor, alla ricerca della chiave che gli consentirà di capire il passato del genere umano. In questo romanzo, incontriamo dunque un giovane Hari Seldon, con la sua psicostoria ancora in fase di progettazione. A spingerlo nelle sue ricerche saranno due importanti personaggi: Chetter Hummin, un giornalista che farà di tutto per aiutarlo e Dors Venabili, una storica cui Hummin darà il compito di proteggere il matematico. Quello di Dors si rivelerà un personaggio chiave nella vita di Seldon e uno dei più amati dell’intera saga.

Fondazione Anno Zero

Questo romanzo è uscito postumo nel 1992 ed è il secondo dei due prequel e l’ultimo scritto da Asimov. Qui, Hari Seldon giunge alla seconda carica di un impero ormai decadente e prossimo alla fine, e getta le basi della Fondazione. L’azione si svolge su Trantor, il pianeta capitale dell’Impero, e inizia otto anni dopo gli eventi raccontati in Preludio alla Fondazione. Hari Seldon riesce a sviluppare la psicostoria e ad applicarla agli eventi galattici. Il libro si divide in cinque parti e ciascuna di esse è intitolata a un personaggio: Eto Demerzel, Cleon I, Dors Venabili, Wanda Seldon e l’Epilogo, in cui Hari Seldon, poco prima di morire, ricorda la creazione della Fondazione su Terminus e le speranze che nutre per il futuro della galassia.

Fondazione

In questo romanzo, che è poi il primo scritto da Asimov per il Ciclo della Fondazione, troviamo la Fondazione sul pianeta Terminus, dove un piccolo gruppo di scienziati e studenti affrontano le prime crisi causate dalla caduta dell’Impero Galattico. La trama prevede molti salti temporali, sono infatti diverse le “Crisi Seldon” da affrontare. Il creatore della psicostoria ha predetto che solo superando ognuna di queste crisi potrà ridursi il periodo di decadenza da trentamila a mille anni. La narrazione è dilatata nel tempo, per cui ogni capitolo ha una sua storia, che si collega al precedente solo per alcuni nomi.

Fondazione e Impero

Qui la Fondazione dovrà affrontare un ritorno di potenza dell’impero ormai in decadenza. Nella prima parte, un giovane generale dell’Impero, Bel Riose, deve mantenere l’ordine sui pianeti della periferia. Inizia allora a conquistare sempre più pianeti, avvicinandosi pericolosamente a Terminus, il pianeta della Fondazione. Ducem Barr cerca di convincerlo dell’ineluttabilità della sconfitta, ma Riose continua la sua offensiva. Durante la sua campagna bellica cattura il mercante Lathan Devers, che si rivelerà essere proprio l’asso nella manica della Fondazione. Nella seconda parte, sono passati ottant’anni dalla minaccia portata da Bel Riose alla Fondazione, ma una nuova Crisi si avvicina. Un nuovo conquistatore sta avanzando verso Terminus. Si sa solo che è stato in grado di conquistare Kalgan, un pianeta indipendente, senza utilizzare nemmeno un’arma. Si fa chiamare il Mulo e non era stato previsto da Hari Seldon, in quanto la psicostoria non può prevedere le azioni dei singoli individui. Questo romanzo è molto complesso e il personaggio del Mulo è uno dei più affascinanti dell’intero ciclo.

Seconda Fondazione

La Prima Fondazione crede di essere imbattibile, anche perché protetta dalla Seconda Fondazione. Tuttavia, l’arrivo del Mulo era una deviazione non prevista dal Piano Seldon e questo potrebbe complicare le cose. I calcoli di Hari Seldon si basavano su statistiche riguardanti comportamenti sociali, non su azioni di singoli, come nel caso del Mulo. Ogni singolo individuo potrebbe modificare il corso della storia attraverso comportamenti che non possono essere previsti. Intanto, mentre parte degli abitanti di Terminus valuta positivamente la protezione della Seconda Fondazione, altri vedono proprio in essa il nemico da tenere a bada.

L’orlo della Fondazione

Qui siamo a metà dei mille anni previsti da Hari Seldon per giungere al Secondo Impero. La Prima Fondazione pare abbia dimenticato la Seconda, mentre la Seconda è riuscita a rimettere a posto il cammino dell’umanità nonostante l’inaspettata entrata in scena del Mulo. Tuttavia, il dubbio si insinua tra gli Oratori della Seconda fondazione. I calcoli di Stor Gendibal, l’Oratore più giovane, rivelano una incongruenza nell’evoluzione della storia, ma nessuno sembra ascoltarlo. Intanto, nella Prima Fondazione, il consigliere Golan Trevize viene mandato in esilio per le sue convinzioni sull’esistenza della Seconda Fondazione. Lui si metterà allora alla ricerca del mitico pianeta unico, la Terra. Dunque, in questo libro le due Fondazioni si scontrano, ma sarà la Terra ad avere un’importanza basilare.

Fondazione e Terra

Questo è il grande epilogo del Ciclo della Fondazione, con un finale a sorpresa che conclude anche la saga dei Robot, dopo decine di millenni. La vicenda inizia esattamente dalla fine dell’Orlo della Fondazione. Siamo nell’anno 498 dell’Era della Fondazione, il Piano Seldon è a metà del suo cammino, e il consigliere Golan Trevize sceglie un nuovo futuro per l’umanità: Galaxia, che unirà tutti gli esseri viventi e la materia inanimata della Via Lattea in un’unica collettività e in perenne contatto mentale. Il Ciclo si conclude con R. Daneel Olivaw che narra la propria storia e il proprio intervento per la creazione di Gaia. Quindi, il cerchio si chiude e con il Ciclo della Fondazione, Asimov chiude anche il ciclo dei Robot.

La Recensione

Con quest’opera, Asimov dimostra tutta la sua bravura di narratore. Ogni singola parte di ogni singolo volume è essenziale per il tutto e il lettore si trova spesso a imboccare strade che poi si rivelano errate. La soluzione è ormai dietro l’angolo, ma ci si rende poi conto di avere scelto l’angolo sbagliato. Ogni scelta dell’autore ha sempre una logica e ogni soluzione ai problemi che s’incontrano nella storia ha qualcosa di geniale.

Quest’opera è convenzionalmente assimilata al genere fantascienza, di cui è forse la punta più alta, ma non è solo questo, è anche storia, socio-psicologia, scienza, statistica, politica. Non aspettatevi Star Wars o Star Trek, qui l’azione c’è ma è secondaria e non ci sono esaltazioni di battaglie epiche o inseguimenti spettacolari, che spesso vengono solo menzionati ma non descritti. La lotta è scandita dall’intelligenza e dall’astuzia, dalla razionalità e dalla conoscenza scientifica.

Detto così, questa lettura potrebbe sembrare noiosa e complicata, eppure vi garantisco che vi prenderà totalmente e avrete voglia di leggere al più presto il capitolo successivo. Forse il volume più avventuroso è il primo, dove un giovane Hari Seldon deve districarsi per sfuggire dalle maglie del potere, ma ogni epoca della decadenza post Impero ha il suo fascino e i suoi eroi. Penso alla insostituibile Dors Venabili, personaggio che ho amato molto, al Mulo, affascinante e inquietante, a Golan Trevize, geniale e coraggioso, e al mitico R. Daneel Olivaw, simbolo della fantascienza asimoviana.

C’è una piccola diatriba tra cultori del ciclo sul giusto ordine in cui leggere la saga. Molti consigliano di partire dalla trilogia, seguita dai due sequel, poi dai due prequel. Questo perché tra la trilogia e gli altri volumi passano circa trent’anni e lo stile narrativo dell’autore è cambiato, diventando ovviamente più ricco e maturo. Trovo giusta questa scelta, ma io andrei oltre il fatto stilistico e consiglierei di affrontare il ciclo cronologicamente, ossia dal primo al settimo volume, come nell’ordine riportato in alto, ossia partendo da Preludio alla Fondazione. Credo che in questo modo si possa avere un possesso maggiore della storia e coltivare meno dubbi.

R. Daneel Olivaw

Questo è uno dei personaggi chiave dell’intera letteratura di Asimov. La R. sta per robot, perché è un robot umanoide. Compare per la prima volta in Abissi d’acciaio del 1954 ed è l’elemento che lega tutta la fantascienza di Asimov, compresi il ciclo dei Robot e quello della Fondazione. Nei primi tre libri dei Robot, è l’assistente investigativo del terrestre Elijah Baley e ritorna poi in altri volumi della saga. Riappare nei primi due libri della Fondazione e nell’ultimo, seppur in vesti diverse.

Nel corso dei suoi ventimila anni d’età, R. Daneel si sottopone regolarmente a sostituzioni di componenti, come il cervello positronico, il cui contenuto viene frequentemente copiato in cervelli più evoluti. Il robot compare anche in Fondazione e Terra, portando a conclusione l’intera epopea fantascientifica di Asimov. R. Daneel Olivaw risponde alle tre leggi della robotica, alle quali però ne aggiunge un’altra, la legge zero: Un robot non può nuocere all’umanità o, tramite l’inazione, permettere che l’umanità riceva danno. Il suo aspetto fisico è quello di un uomo alto e magro, pelle chiara, occhi azzurri, capelli corti e di colore arancione-rosso. Può mangiare, grazie a un sacchetto nell’addome che dovrà poi essere svuotato, e avere rapporti sessuali.

Conclusione

Ho letto il ciclo della Fondazione due volte e mi riprometto di leggerlo di nuovo, perché è una di quelle opere monumentali che ad ogni rilettura dà qualcosa di nuovo. Negli ultimi anni ho notato la sua assenza in libreria e me ne rammaricavo per le nuove generazioni, fagocitate dal genere fantasy. Ora è riapparso in una novella veste editoriale e sono certo che attrarrà molti nuovi e vecchi amatori del genere.

Parte del merito di questa rinascita editoriale credo che sia da attribuire alla nuova serie prodotta da Apple TV, che uscirà in autunno. Non so molto di questa produzione, ma leggo su Wikipedia cose inconcepibili per gli amanti della saga. Eto Demerzel diventa donna e questo sconvolge l’intera mitologia asimoviana, nuovi personaggi non pensati dall’autore e una banda di esiliati che sfiderebbe l’Impero. Di più non so, diceva Martufello, per questo evito giudizi anticipati che potrebbero rivelarsi sbagliati. Ne parleremo più in là.

Spero di avervi stimolato alla lettura di questo capolavoro della letteratura e resto in attesa dei vostri commenti.

Buona lettura!

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Autore

Silvio Coppola

Silvio Coppola è nato a Salerno. Musicista, scrittore, giornalista e conduttore radiofonico. È stato redattore per riviste specializzate di computer music, ha suonato nei migliori locali e piano bar della Campania, ha collaborato con il grande drummer napoletano Tullio De Piscopo, con cui ha composto due canzoni.